venerdì 13 gennaio 2012

Consigli per lo studio di un Brano

L'approccio allo spartito è ciò che più conta per la riuscita del pezzo. Un approccio intuitivo e superficiale non porterà sicuramente a nulla di buono.

Un approccio invece cosciente e con i giusti metodi, può portare a grandi risultati. Ciò che è alla base di un buon metodo di studio è la pazienza. 

Non bisogna voler subito il brano finito sotto le mani, non bisogna subito suonare il brano come lo abbiamo ascoltato tante volte su Youtube, non bisogna arrivare subito alla fine avendo tralasciato tutto il lavoro più importante. Un brano va studiato e assimilato. Non possiamo saltare questi passaggi fondamentali. Qui di seguito un video che ti darà qualche consiglio che potrà risultarti utile.


Christian Salerno

venerdì 6 gennaio 2012

Chopin: Ballata N°1 in Sol minore, Op. 23



« Ho ricevuto una nuova ballata da Chopin. Sembra essere il lavoro più vicino al suo genio (anche se non il più ingenioso) e gli dissi che, tra tutte le sue composizione, è quella che più mi era piaciuta. Dopo un silenzio assai lungo mi rispose con enfasi, 'Sono contento di sentire dire ciò visto che è anche la mia preferita e ne ho grande affezione'. »
~ Robert Schumann in una lettera a Heinrich Dorn a proposito della ballata ~


Siamo a Parigi, 30 giugno 1835. Un amareggiato Frédéric Chopin si reca dall'editore Breitkopf & Härtel per proporre la pubblicazione di alcune sue nuove composizioni, tra cui la Ballata in Sol minore, dopo alcune lunghe e difficili trattative con l'editore Pleyel amaramente finite nel nulla. In quel periodo Chopin aveva una salute cagionevole assai evidente, con continue bronchiti e tosse ematica, tuttavia la maggior parte dei suoi problemi erano di tipo economico, motivo per cui lo spinsero a vendere le sue opere al migliore offerente all'editore Breitkopf & Härtel e all'editore a E.Troupenas & Co. entrambi pubblicarono le opere nel settembre del 1840.
Non si conosce la data esatta di composizione ma generalmente viene attribuita in base alle memorie londinesi di M. Schslesinger tra il 1829 e il 1830.

La Ballata in Sol Minore presenta una architettura armonica unica nelle composizioni Chopiniane, certamente dalle premesse delle opere precedenti, ma la struttura tonale armonica evidenzia una lunga elaborazione nella tessitura di un modello romantico "ingegnosa" come la definì Schumann. La Ballata, come consuetudine dell'epoca, venne dedicata all'Ambasciatore francese Monsieur le Baron de Stockhausen e fonte d'ispirazione per Chopin fu il poema polacco del 1828 il Corrado Wallenord scritto dal poeta Adam Mickiewicz, alcuni studiosi sostengono che la Ballata venne composta come conseguenza dell'inestinguibile amarezza per l'oppressione zarista della sua amata Polonia, un riferimento probabilmente "indiretto" tratto poi nella scena del film Il Pianista di Roman Polański. Dopo la pubblicazione, il 26 aprile 1841 Chopin suonò la Ballata per presentarla (la prima volta venne suonata a Lipsia nel 1836) ma in tutti i concerti successivi suonava solo l'Andantino iniziale forse a causa della salute che peggiorava di giorno in giorno evitava lo sforzo fisico che richiedono le parti Presto con fuoco e la Coda.

La Ballata inizia con quella sesta napoletana sulla sottodominante di Sol minore ingannando l'orecchio insieme al tempo in 4/4 tipico del Valzer e non della Ballata per costruire una armonia con ambigui LA bemolle che sembrano elementi tonali fino al risolvere in SOL minore e concludere con un sofferente accordo di nona cardine di tutta la struttura armonica di seguito esposta:


INTRODUZIONE Battute da 1 a 7.............................SOL minore

1° TEMA Battute da 8 a 44...........................SOL minore

INTERLUDIO Battute da 45 a 67..........................SOl minore

2° TEMA Battute da 67 a 93.........................MIb...................LA minore

2° TEMA Battute da 166 a 193.....................MIb...................LA maggiore

1° TEMA Battute da 194 a 207......................SOL minore

CODA Battute da 208 a 264......................SOl minore


martedì 3 gennaio 2012

La Manutenzione del Pianoforte



 Aver cura del proprio strumento, saper fare qualcosa per mantenerlo agibile significa oltre a garantirgli efficienza e durata imparare a conoscere meglio il suo meccanismo e rendimento fonico nonchè procurare una intesa "affettiva" tra l'esecutore e lo strumento che lo accompagna per una vita intera. In questo articolo suggeriremo alcuni consigli sulla manutenzione del pianoforte.

Iniziamo con la sistemazione di una pianoforte in casa. Nel prendere le misure su dove collocarlo è doveroso considerare se andrà a finire vicino a un calorifero a una finestra che si apre spesso o contro un muro che si affaccia all'esterno, perchè in questi casi l'accordatura ne risentirà enormemente a causa dell'essicazione delle delicate parti meccaniche primariamente di fattura lignea.

Attenzione anche alle finestre, che la luce del giorno e del sole non battano mai direttamente sul pianoforte. La risonanza dell'ambiente è importantissima, ovviamente nel limiti dell'ambiente in cui andrà collocato. Il rimbombo procurato da ambienti semivuoti danneggia la percezione distinta del suono e può abituare il pianista a una esecuzione troppo leggera sui tasti. Bisogna tenere presente che le registrazioni musicali di CD vengono effettuate in studi di registrazione ove generalmente la moquette non manca mai.

Il sorriso del nostro pianoforte è la tastiera, ormai è praticamente costruita con materiali sintetici, salvo vecchi pianoforti con tasti in avorio, in questo caso per evitare l'ingiallimento dell'avorio, è bene tenere il coperchio sempre aperto perchè il contatto della luce mantiene più a lungo il candore dell'avorio, meglio un pò di polvere che vedere la "dentiera" del proprio pianoforte ingiallirsi. I tasti si puliscono con una piccola pezza preferibilmente di lino e inumidita e ben strizzata in acqua tiepida. L'acqua pulisce senza alterare la superfice levigata di materiali sintetici o nel caso avete un vecchio piano con tasti in avorio o ebano, evitate qualsiasi altro prodotto dall'alcol o detergenti procurerebbero una porosità percettibile poi al tocco. Vedrete che con la tastiera pulita vi sembrerà di suonare meglio!

La tavola armonica è situata sotto le corde e la sua lacca trasparente e lucida diviene opaca per la polvere che si accumula specie se teniamo il coperchio aperto tutti i giorni. La pulizia della tavola armonica è un compito delicato, sarebbe meglio affidarsi al proprio accordatore di fiducia il quale usano un soffione che spazza via tutta la polvere, eventualmente si possono utilizzare delle bombolette d'aria compressa.

Ultimo ma non meno importante il seggiolino. Vi chiederete che relazione ha il seggiolino con la manutenzione del pianoforte? Ebbene il seggiolino è importantissimo per una perfetta esecuzione; provate ad eseguire lo Studio n° 24 di Chopin con il seggiolino che traballa! I seggiolini rettangolari con le due manopole laterali a volte traballano da una parte perchè le viti si allentano col movimento e con il dolce peso del pianista, basterà stringerle con un cacciavite.