domenica 9 ottobre 2011

Chiaro di Luna di Claude Debussy



Quando il mio insegnante di Pianoforte mi propose di studiare l'Arabesco L.66 di Debussy, sinceramente non ero particolarmente attratto da questa composizione e dal suo compositore, anche se mi piaceva all'ascolto. Poi studiandola, penetrando in quelle note, mi sono dovuto ricredere totalmente soprattutto della genialità del compositore: Claude Achille Debussy 1862-1918. Ascoltando molte delle sue composizioni per Pianoforte mi sono innamorato perso, e ho scelto di studiare (all'insaputa del mio maestro) un'altra sua famosissima composizione il Chiaro di Luna. Debussy compose intorno al 1888/90 il Chiaro di Luna, ma venne pubblicata solo nel 1905, come terzo movimento delle Suite Bergamsque. La Suite è una forma musicale antica, molto usata dai clavicembalisti francesi del 1700 come Rameau e Couperin.
E 'interessante notare che inizialmente "Promenade Sentimentale" era il titolo originale dell'opera, poi cambiata in "Clair de Lune", perchè allude all'omonimo poema di Paul Verlaine (1844-1896).

L'apertura del brano è come se fosse sospesa a mezz'aria. Degli accordi di sei suoni cantano all'inizio e preparano l'entrata di un nuovo tema morbidamente arpeggiato che progressivamente si anima fino all'espansione lirica nel registro sempre più acuto; infine la prima sezione viene ripresa e variata, concludendosi nella coda in dissolvimento.

Armonicamente la composizione si apre in REb maggiore con un accordo di tonica. Ma qui Debussy ha già rotto due regole convenzionali, infatti inizia senza la tonica, introducendola in un secondo momento, in cui è raddoppiata alla terza (FA naturale). Per tutta la frase di apertura la mano sinistra inizia a scendere lentamente, mentre il tema d'apertura diatonica galleggia sopra la mano destra. Il saper utilizzare con dimestichezza e spettacolari intervalli non convenzionali è caratteristica di Debussy, SOLb e LA in seconda battuta.

Con qualche decorazione, sostituzioni armoniche e altre modifiche, l'idea di apertura FA e LAb rientra con un gesto ascendente in ottava. Alcune sostituzioni armoniche da SOLb7 con SOLb6.
Il cambiamento nella struttura è importante, ora abbiamo delle texture omofoniche. Gli accordi della destra dovrebbero essere visti come una melodia, l'armonia è nella parte di basso della mano sinistra. Il ritmo armonico, a questo punto subisce un rallentamento. La dinamica è ancora in pianissimo. L'armonia è ancora fortemente radicata sul convenzionali diatonici; c'è anche del cromatismo occasionale, ma la musica è diatonica. Però Debussy non si sente radicato nella chiave di REb maggiore, infatti la chiave stessa rimane ambigua fino alla cadenza finale, come l'uso dell' armonia funzionale implica occasionalmente l'uso della relativa minore di SIb minore.

Debussy introduce nuovo materiale tematico, è come un cambiamento di accompagnamento: ora abbiamo un'arpeggio con la mano sinistra. La musica a questo punto è in due frasi: la prima usa la cellula ritmica mostrata in precedenza per creare una frase melodica mentre il basso sale un terzo ogni battito.

Il pezzo modula in Mi maggiore, ma oltre alla modulazione, la trama cambia. La tessitura complessiva si sposta improvvisamente verso l'alto il ritmo della mano sinistra continua a salire aumenta di un terzo ogni battito. Debussy sta costruendo tensione, con un arsenale completo di "dispositivi" armonici per preparare il climax del pezzo. La mano destra inizia una scala discendente a terze riprendendo il REb per smussare la modulazione

L'ambiguità tonale della musica è messa in evidenza dalla mancanza di un REb in apertura, che implica l'accordo di tonica. Come l'accordo di SIb minore è un esempio di insicurezza della chiave, ma l'ambiguità tonale del pezzo è finalmente rimossa con l'accordo finale di REb maggiore.

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